Il monotono giorno da un monotono
identico giorno è seguito. Cose identiche
si faranno e rifaranno nuovamente
momenti identici incombono e dileguano.
Il mese passa che porta un altro mese.
Le cose che succedono le possiamo indovinare
senza sforzo; sono cose di ieri, fastidiose.
Finisce che il domani non sembra più un domani.
Costantino Kavafis
Donna, ovvero il difficile compito di districare la matassa del verbo attendere che si fa carne e sangue donando sfaccettature inaspettate al ricordo.
Ad un’esistenza che assume sembianze di un altare lungo centinaia di anni. La speranza diventa un canto, la pazienza una mammella a cui aggrapparsi e da cui suggere altri domani sempre uguali.
Inutile indossare comode maschere o arrampicarsi su scale che avvicinano l’orizzonte.
La vita si inventa una redenzione nel viaggio del gesto reiterato e sempre uguale. Il mare, unico fedele compagno, amplifica e attutisce l’assenza donandole un blu su cui dondolarsi.
Non resta che l’attesa, parola chiave di un rito che scàrdina la storia e appende alla rete del sogno abiti che non verranno più indossati.
Liberamente ispirato a ” Le vecchie e il mare” di Ghiannis Ritsos
Ideazione e Regia: Kraken Teatro
in scena: Cecilia Malatesta,Chiara De Carolis, Sara Battolla
Disegno luci: Daniele Passeri
Scenografia: Andrea Catto
Costumi: Dorina Cozac
Foto di scena: Sebastiano Bongi Toma
Produzione: Kraken Teatro, Centro Culturale Dialma Ruggiero
Debutto: Auditorium del Centro Culturale Dialma Ruggiero, 7 Novembre 2015